Un mondo che si trova dieci passi davanti a noi

12 ottobre 2016

 

English is the way

Prima di partire, avevo letto da qualche parte che una cosa come l’80% degli olandesi parla l’inglese quasi a livello madrelingua. Cifra al momento sparata a caso, potrebbe benissimo essere anche il 90%. Togli i bambini – che a malapena parlano l’olandese -, le persone con qualche deficit del linguaggio e gli anziani con l’Alzheimer ormai avanzato, ed ecco che la percentuale vien da sé.

Insomma, ero pronta. Sapevo che anche i vecchietti al supermercato mi avrebbero risposto in inglese e quindi avrei potuto vivere serena. Anche se – a dirla tutta – il vecchietto che incontro ogni giorno non appena arrivo o esco di casa non ne vuole proprio sapere. Dopo la prima volta che mi ha risposto in inglese, ha deciso che – probabilmente – sembro troppo olandese per non esserlo, e ora mi fa i grandi discorsi in questa lingua strana. Dopo averci provato un po’ di volte invano, ho deciso di rinunciarci: adesso auguro sempre il buongiorno (oh si, qualcosa sto imparando), poi mi limito a sorridere e annuire. Sembra funzionare: se ne va sempre tranquillo e felice.

Comunque, io davvero credevo di essere pronta a tutto. Ma è stato quando mi sono trovata a passare un intero weekend con una bambina di 10 anni che si scusava di un inglese che in realtà era doppiamente meglio del mio – perché, a quanto pare, era la prima volta che provava a sostenere una vera conversazione – che ho capito che avevo sottovalutato il tutto!

“Se nessuno è meglio di te, sei nel posto sbagliato”

Tempo fa qualcuno mi disse questa frase. Per migliorare devi vivere in un mondo che ti faccia sembrare scarso. Sono d’accordo, e dopo varie valutazioni ho deciso che questo è un buon mondo per me. Tante sfide sono iniziate. E – si sa – a me le sfide mettono il buonumore. E mi fanno entrare nella modalità “Yes man!”

Ps: ieri ho iniziato il corso di olandese.

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